Mangino ragù

Lollo e la sovranità alimentare vista da Versailles

Qualche sera fa, facendo zapping in TV sono incappato in “Matrimonio a 4 mani”, uno dei pochi film con le gemelle Olsen che non mi provochi orticaria, ma non è dei miei gusti cinematografici che voglio parlare. Ad un certo punto del film, mentre la gemella ricca divora un panino imbottito di ragù tuffandoci tutta la faccia, quella povera sputa di nascosto un’escargot ed esclama schifata: “Ricchi sfondati e mangiano questa roba?”. Sono pronto a scommettere che in quel preciso istante, a casa del ministro dell’agricoltura, qualcuno abbia gridato “Eureka!”.

Diciamoci la verità: i poveri sono incontentabili. Lo diceva già Maria Antonietta in tempi non sospetti e quei bruti le hanno tagliato la testa, per non parlare di quel che è toccato al povero Alain Elkann. Insomma, cosa vogliono questi meno abbienti? Abbiamo dato loro tutto: le gioie del lavoro di fatica e il privilegio di quel biblico sudore della fronte, il calore della famiglia stretta in un monolocale ben lontano dalle algide camere separate della nobiltà, perfino la qualità di quel cibo a basso prezzo che i ricchi abituati ad acquistare da Peck possono solo sognare. Abbiamo dato loro tutto e se ne lamentano.

Non lo sanno, questi indignati, che la dieta mediterranea del discount è la migliore in assoluto e che la pasta alla Norma che cucina La Russa – con le melanzane in saldo, immagino – è il piatto più buono del mondo? Non lo sanno, questi ignoranti, che è proprio grazie alla povertà – e non perché coi pomodori qui si fa l’amatriciana e oltreoceano si fa la salsa barbecue – che in Italia si mangia meglio che negli Stati Uniti? No. Loro non lo sanno, e attaccano ingiustamente il povero Lollobrigida. Ingrati.

Ieri, in un impeto di povertà e spaventato dalla possibilità di aprire il frigorifero e trovarci un etto di caviale, ho deciso di fare un salto allo spaccio di un’azienda agricola delle mie parti. Mentre chiedevo se di quelle formaggelle in sconto a 22€/kg e quei salami a 30€/kg ce ne fossero di più piccoli – dice Vissani che il povero sa apprezzare il gusto inarrivabile della mezza porzione – ho pensato a quei ricchi obesi americani di cui parlava il Lollo; tutti i dati e le statistiche dicono in realtà che gli obesi in America siano perlopiù poveri che mangiano al fast food dove sfamano una famiglia di 5 persone al prezzo di un cetriolo da Wal-Mart, ma si sa, gli istituti statistici sono in mano ai comunisti.

Ho pensato a quei poveri ricchi, costretti dalla propria agiatezza a stare lontani dai mercati di vendita diretta e dalle bettole coi menù a dimensione di ticket restaurant, obbligati a cenare in ristoranti stellati in cui i camerieri, per illuderli di assaporare la fortuna di un magazziniere, spiegano loro che quel piatto di fave da 80 euro era la pietanza preferita da Oliver Twist. Che vita grama.

Poiché la dieta mediterranea impone la presenza di frutta e verdura, dopo lo spaccio sono andato dal mio fruttivendolo di fiducia. Ho mostrato – come da prassi – il mio ISEE all’ingresso per dimostrare di non dover essere cacciato a pedate come spetterebbe a Cristiano Ronaldo, dopodiché ho chiesto il meno innaffiato dei cesti di lattuga e il grappolo d’uva con i rametti più sottili; stavo per pagare col bancomat ma mi sono detto: “perché non provare l’esperienza completa?”. All’ortolano è quasi scesa una patriottica lacrimuccia nell’indicarmi dove firmare la cambiale, e devo dire che anch’io per un attimo mi sono commosso.

Ma che ne sanno – mi sono detto mentre rincasavo – i ricchi che comprano i formaggi senza preoccuparsi del peso o l’insalata senza considerare l’impatto dell’innaffiatura? Ha proprio ragione Lollo, e bisogna davvero essere dei beceri bolscevichi in malafede per pensare che stia lì soltanto perché cognato della presidente del consiglio e marito della nuova segretaria del suo partito. E pensare che qualche giorno fa, quando rispondeva alle polemiche sui costi di villeggiatura in Italia affermando che la qualità si paga, per un attimo ho creduto avesse dimenticato la bellezza lirica insita nella povertà, che addirittura a quella frase sarebbe seguito un “…e di conseguenza imporremo che venga pagata come si deve anche la qualità del lavoro” e che preludesse a un salario garantito che inevitabilmente porterebbe migliaia di operai a far spese senza risvolti romantici. Per fortuna mi sbagliavo.

Per fortuna abbiamo un ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare che non si fa influenzare da quei poveri irriconoscenti che da giorni si indignano sui social. Questi plebei ingrati che vorrebbero farci credere che ciò che dice Lollobrigida è una balla colossale, che la ricerca del risparmio porta al formaggio di terza scelta del discount e non alla formaggella artigianale del contadino e che l’insalata in busta di provenienza ignota che una volta a casa marcisce dopo 14 minuti costa meno della lattuga sovranista a km 0.

È davvero orribile – e Alain Elkann sarebbe d’accordo con me – vedere plotoni di lanzichenecchi da social, ignoranti e ignari della poesia di cui disporrebbero grazie ai loro portafogli leggeri, sostenere che le parole del ministro, in un momento in cui metà delle notizie sui giornali iniziano con “stangata” e “aumento”, siano la sparata irrispettosa dell’ennesimo membro del governo impreparato e non un gesto di romantico patriottismo.

Insomma, non hanno mai visto i film delle Olsen? Se non hanno lumache, il macinato di seconda scelta è sempre scontato. Mangino ragù.


6 risposte a “Mangino ragù”

  1. Avatar Dilemmi satirici – Episodio 0 – Plautocrazia

    […] che va da Plauto e Marziale, passando per Lenny Bruce e i Monty Python, fino a Ricky Gervais e Lollobrigida (non crederete a quella storia che Lollo sia un ministro, vero? Suvvia, siamo seri). In quel […]

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  2. Avatar Pesca a strascico – Plautocrazia

    […] la scuola o lo stato sociale, e non so se questo succeda perché Carmencita sia più credibile del ministro dell’agricoltura e delle sue sparate, perché la nostra versione di True Detective è Don Matteo, perché siamo rimasti l’unico […]

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  3. Avatar Rosario Outrage – Plautocrazia

    […] alla Camera siedono influencer e saltimbanchi è innegabilmente più statista Silvio da morto che Lollobrigida da vivo; è così per Fiorello, che oggi pare Gigi Proietti per il solo fatto di saper fare televisione in […]

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  4. Avatar Caglio o muerte – Plautocrazia

    […] ministro ad occuparsene. Ve lo immaginate dove saremmo ora se egli non ci avesse svelato che i poveri mangiano meglio dei ricchi? Ve lo immaginate cosa starebbero mangiando i nostri figli oggi, se Lollo non si fosse battuto […]

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  5. Avatar Tiro al Colombo – Plautocrazia

    […] accademica, e quindi è ovvio che il raggio d’azione delle sue dichiarazioni si riduca a ortaggi, carni lavorate e beni di prima necessità (anche se, va detto, le divagazioni del cognato d’Italia fuori dal proprio territorio serbano […]

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  6. Avatar Il giorno dello scoiattolo – Plautocrazia

    […] empatia che ho provato per Bill Murray in quel film; la stessa sarcastica pena di una delle Olsen in quel film, quando sputa una lumaca e dice “ricchi sfondati e mangiano questa roba” mentre la sua […]

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