Chi sono

E perché lo faccio

Cominciamo dal perché lo faccio: non ne ho la minima idea.

Questo blog nasce nel 2023, con le stesse prospettive di successo dell’apertura di un Blockbuster nell’epoca di Netflix.

Se fossi un bravo venditore di me stesso direi che ho sentito l’urgenza di andare controcorrente per oppormi nel mio piccolo – enfatizzare la modestia, sempre! – alla terribile fogna a cielo aperto in cui social e affini hanno trasformato quel paradiso di profondità di pensiero e confronto costruttivo che era internet quando c’era LUI (Lui chi? Non importa).

La realtà – molto più terra terra – è che mi serviva un posto in cui mettere nero su bianco cose che nella mia testa sembrano interessanti e sperimentare un po’ di scrittura pseudo-comica, simil-satirica, serio-grottesca o qualsiasi altra definizione con trattini vogliate dare alle elucubrazioni che troverete su queste pagine, ma sono troppo pigro e troppo figlio della mia epoca per usare carta e penna, per non parlare della mia pessima calligrafia.

Quanto a chi sono: nel mondo reale mi chiamo Emanuele, sono nato negli anni ’80, sufficientemente tardi per evitare la naja, ma non abbastanza da schivare le battute sugli effetti di Chernobyl. Sono più logorroico di Bonolis sotto anfetamine e ho un innato talento nel fare battute disturbanti nei momenti meno opportuni. Dormo poco perché penso troppo (o viceversa) e ho un sacco di passioni che inseguo con un pessimo tempismo: sono stato comunista dopo la morte di Berlinguer, metallaro negli anni 2000, blogger prima della Ferragni, recensore di dischi dopo il declino del disco, battutista su Twitter negli anni di Tik Tok e speaker sul web quando la gente pensava che “podcast” fosse una marca di cibo per gatti.

Chi sono in queste pagine lo sto ancora decidendo, o forse non voglio farlo. Mentre scrivo queste righe ho la testa piena di idee brillantissime che voi poveri mortali non potete neanche immaginare, ma è molto probabile che molte di queste siano in realtà delle boiate che non vedranno mai la luce e che il povero mortale sia io. Forse. Intanto inizio a scrivere, poi chissà.

Buona lettura.

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