The Intruder

Il secondo tragicomico Vannacci, l’incursore che voleva raddrizzare il mondo

Era nell’aria da tempo (no, non stavano concimando) ma ora da ufficioso è diventato ufficiale: è in arrivo in tutte le librerie e le rivendite di vernici al piombo la nuova fatica letteraria del Generale della Folgore più amato dai piastrellisti! Non fingete, so che lo stavate aspettando con ansia, e che adesso come me vi domandate se per l’occasione il suo primo libro sarà finalmente tradotto in italiano, e magari mandato alle ristampe per proporre un pacchetto 2×1, quantomeno cavalcando l’offerta prima che un’ulteriore capitolo costringa a tabelline troppo complicate e controproducenti per il suo target.

Manca poco più di una settimana all’uscita del libro, e da diversi giorni il Barbaparà è tornato a catalizzare l’attenzione dei siti di informazione, dei quotidiani nazionali, delle trasmissioni TV e degli scrutinatori sardi alla terza settimana di spoglio, che in qualche modo devono pur ingannare l’attesa. Non che negli ultimi tempi si fosse risparmiato in quanto a esposizione mediatica, ma dall’annuncio del libro il Nostro sta battendo duro su tutti i terreni come nemmeno quando mangiava sabbia in Somalia, puntando tutto – come per l’uscita della sua opera prima – sul lanciare sassi per poi nascondere la mano ed aspettare che i polveroni social e decenni di fallimenti della scuola dell’obbligo facciano il resto.

La congiunzione degli elementi, d’altra parte, è una sorta di tempesta perfetta del clickbaiting: c’è l’appartenenza alle forze armate dopo le polemiche sull’abuso di manganelli, ci sono le denunce e addirittura la sospensione dal proprio ruolo per le frasi scritte nel primo libro, c’è l’ipotesi di una candidatura alle europee sulla quale il Nostro mantiene uno scaltro riserbo, ci sono i mondiali indoor di atletica, in cui le medaglie sono arrivate da atleti azzurri che non corrispondono ai tratti somatici che l’Action Man di La Spezia considera italici, e per giunta è ancora fresca l’ultima edizione di Sanremo coi bimbi con la cresta e un co-presentatore in gonna. Forse nemmeno Goebbels avrebbe sognato un allineamento dei pianeti tanto favorevole.

Ora, io non ho nessuna intenzione di leggere questo famigerato secondo libro come non ne avevo per il primo, e sono sicuro come lo ero allora che non ci sia ‘sto granché di misterioso o imprevedibile da aspettarsi da quella che si presenta come l’autobiografia irragionevolmente epica di uno sconosciuto divenuto celebre per vantarsi delle proprie idee aberranti e del vivere la propria vita un quarto di mimetica alla volta. Come per il suo predecessore, anche di questo libro possiamo serenamente dire di sapere già cosa racconta e quale sia l’impianto narrativo su cui il Rambo in vestaglia ci racconta (di nuovo) la sua visione di una realtà fatta di uomini veri, forti, “essenzialmente maschiali” direbbe Epifanio, ma che per qualche ragione temono che l’universo sarà distrutto da Malgioglio e dalle pallavoliste nere.

Se mai avessi potuto avere dei dubbi, comunque, ci ha pensato lo stesso Generale a fugarli senza appello durante l’intervista pubblicata sul Corriere a firma di Aldo Cazzullo, rispondendo a un filotto di domande sulle vicende raccontate nel libro, a cominciare dal racconto della dinastia di militari che parte dal nonno materno che ha combattuto a Fiume e ammirava D’Annunzio (Ma va? Giura!) passando per il padre, militare pure lui, e per quella vita segnata fin da piccolo quando il premio per essere stato bravo era un giro in caserma. I suoi coetanei agognavano il gelato e le caramelle, lui le razioni K e l’aria viziata. Non oso immaginare in cosa si sia evoluto questo imprinting nel periodo in cui le caramelle vengono spodestate dalla figa.

Insomma, un figlio e nipote di militari, cresciuto a cappa e spada, che poi – plot twist pazzesco – diventa militare pure lui, fa carriera e diventa un esperto incursore. Già, tutto interessantissimo, ma il libro non si intitola “La mia vita in divisa”. Si intitola “Il coraggio vince – Vita e valori di un generale incursore”, e ditemi voi se esiste un titolo più da porno gay in caserma di questo. Omosessualità repressa a parte – ma ci torneremo – l’intervista di Vannacci finisce per essere una continua deriva dagli scenari di guerra a fantomatici valori morali da difendere (da chi? Da Greta Thunberg, forse, o dai partecipanti del Lucca Comics) e una ridondante retorica dell’incursione come stile di vita (sì lo so, ma dell’omosessualità ne parliamo dopo) il tutto prima intervallato e poi interamente sostituito da ipotesi di ruoli politici e quelle perle di sociologia da agitatore di pozzanghere che sono un po’ il suo marchio di fabbrica.

Bastano un paio di imbeccate di Cazzullo e Robertino Sempre-in-tiro inizia a dire che non è razzista ma esalta la diversità, però in Costa D’Avorio aveva paura che lo mangiassero. E sì, ha ricevuto delle proposte per candidarsi in politica ma ci sta ancora pensando e gli piacerebbe fondare un proprio partito che sarebbe “come una legione” a difesa anche dei confini, perché l’occidente è minacciato. E gli antichi romani in tempi di crisi trasformavano i consoli in dittatori, Mussolini è stato uno statista ma il fascismo è morto 80 anni fa e dirsi antifascisti è come dirsi anti-Rinascimento, la Meloni la trova carismatica mentre la Schlein non capisce cosa dice, e lui è di destra ma apprezza anche uomini di sinistra come Marco Rizzo (Berlinguer, perdonali, non sanno quello che fanno) e poi Marx parlava ai proletari ma la prole si fa con un uomo e una donna, anche se le lobby che comandano il mondo cercano di nasconderlo e da decenni ci somministrano piccole dosi di ricchioneria a mo’ di vaccino per farci abituare all’idea che sia normale.

E certo, le libertà individuali, ci mancherebbe, ma ora basta con questa narrazione LGBT! Giulio Cesare sarà anche stato busone ma mica andava in giro con le piume di struzzo, e Vannacci ha comandato anche soldati gay (provando un discreto piacere, immagino) ma nemmeno loro indossavano piume. E poi non è l’omosessualità il problema ma l’ostentazione, dai, l’avete visto Mengoni con la gonna a Sanremo? Cos’è, carnevale? Non è una scelta di stile, figuriamoci, è un voluto condizionamento foraggiato dalle lobby, perché il gene dell’omosessualità mica l’hanno mai trovato, è tutta pressione sociale, siamo circondati e con tutti questi froci che escono dalle fottute pareti poi finisce per forza che tuo figlio a 15 anni vuole assaggiare il cazzo e ascoltare la Carrà.

Non manca neanche – fatto trenta, tanto vale fare trentuno – una frecciatina a Bergoglio che, per carità, massimo rispetto, lui è il Papa e io non sono un tecnico però queste aperture verso la busoneria non sono molto in linea con la fine che fanno Sodoma e Gomorra nella Bibbia per cui, insomma, Francesco, datti una regolata. Infine, il Van Damme della costa ligure ci tiene a dire che difenderà sempre le sue figlie dai pericoli di questo mondo al contrario, cercando anche di orientarle verso l’eterosessualità nella speranza di riuscirci, e come si fa a non pensare immediatamente al militare di American Beauty che controlla ossessivamente le videocassette del figlio? Come si fa a non vedere la quantità abnorme di indizi di un’omosessualità repressa pronta a deflagrare?

Insomma, diciamoci la verità: ‘sto Generale sarà pure uno con delle idee agghiaccianti, avrà pure una visione distorta della realtà che Red Ronnie in confronto pare Steven Hawking, ma siamo sicuri di potergli dare tutta la colpa? Sì, è razzista, nazionalista e fissato coi complotti. Certo, scatena l’entusiasmo di qualche migliaio di invasati come nemmeno le miccette nella gabbia degli scimpanzé. Sì, è paranoico e probabilmente gira con un rocchetto di filo spinato in macchina nell’eventualità di doversi difendere da un’avance di Platinette o da Carlo Conti, che comunque proprio caucasico non è, potrebbe avere l’impulso di mangiarti.

È tutto vero e preoccupante, ma forse invece di andarci a muso duro basterebbe prenderlo per mano e dirgli che è tutto finito, che Fiume è in Croazia e lì rimane, che D’Annunzio non è poi così fondamentale, che non tutti i valori stanno nei letti rifatti a forma di cubo e nelle sveglie coi tromboni, che può dedicarsi ai gelati e alle caramelle, che il suo desiderio di raddrizzare il mondo probabilmente è solo bisogno di un’altra rigidità, di un mimetismo senza tuta, dell’incursore di “Top Secret!” e non di quello di “Behind enemy lines”, ed è normale, va benissimo così.

E allora dai, Robertino, apriti! Smettila di borbottare di mondi al contrario e lobby oscure, fai coming out una volta per tutte, prima di ritrovarti ad ammazzare Kevin Spacey. Liberati dal peso di quelle radici che sono diventate catene, da quel condizionamento indotto da chi ti ha iniettato dosi di militarismo e intolleranza fin da piccolo, da quell’idea distorta dell’uomo forte al potere che mica è fascismo, è BDSM. Hai scritto nel tuo libro che vuoi raddrizzare il mondo come fanno i veri incursori, e allora comincia a raddrizzare la schiena, levati quella mimetica che ti sta stretta e indossa finalmente le piume di struzzo che desideri tanto, e pure una gonna se ti va. Giulio Cesare sarebbe d’accordo.


4 risposte a “The Intruder”

  1. Avatar Leo
    Leo

    Sempre un piacere leggerti .. e poi “Top Secret” e qualche post fa “Life of Bryan” (Bryan di Nazareth non si può sentire!)
    Solo un appunto .. “essenzialmente maschiali” credo sia di Alex Drastico non Epifanio .. ma tant’è.

    Grazie. e complimenti.

    Leo

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Lozirion

      Grazie a te! Mi fa davvero piacere.

      E grazie dell’appunto, io ricordavo la frase detta anche da Epifanio in una vecchia edizione di Mai Dire Gol, ma ora che me lo fai notare probabilmente ricordo male, è più da Alex. Comunque lasciamola lì, a futura memoria… ^_^

      "Mi piace"

  2. Avatar The day after ‘ttomarzo – Plautocrazia

    […] giugno, con l’arcobaleno a prendere il posto delle tinte unite e tutti i Vannacci del mondo a reprimere sé stessi e dire “Signora mia, dove andremo a finire”; era e sarà quel giorno lì molte altre […]

    "Mi piace"

  3. Avatar Gioventù zanichelliana – Plautocrazia

    […] ci stanno Meloni e il suo circolo di taglio, cucito e vagoni piombati esiste, ed è più palese dell’omosessualità repressa di Vannacci: mancano oppositori […]

    "Mi piace"

Lascia un commento

ALTRI ARTICOLI RANDOM

  • Citofonare Berkeley

    Citofonare Berkeley

    Filosofie ubriache nei cioccolatini, alberi militanti in foreste vuote e una trappola

  • Caglio o muerte

    Caglio o muerte

    I formaggi obbligatori e le nobili battaglie di un rivoluzionario incompreso

  • Bot Hanna

    Bot Hanna

    Di adescatrici automatizzate, bisogno di endorfine e canzoni di De André

  • Tiro al Colombo

    Tiro al Colombo

    I guizzi favolistici del ministro e il sollievo di aver schivato l’interrogazione