
DISCLAIMER: Il presente pezzo è pensato, scritto e redatto in totale disaccordo con il me stesso di 20 anni fa, che ora mi sta inseguendo con un'accetta e un ghigno poco confortante.
Dalla notizia della morte di Berlusconi fino al termine dei funerali in pompa magna, nella mia bolla social si sono avvicendate grosso modo tre tipologie di reazione: chi ha stappato la bottiglia buona e virtualmente ballato sul cadavere ancora caldo, chi ha srotolato battute accumulate negli anni in attesa del gran giorno e chi si è scandalizzato e sperticato in insulti di vario grado per l’imponenza di iniziative, scelte del governo e copertura mediatica favorevole che gli è stata riservata.
Prima di arrivare al punto devo ammettere una cosa: della morte di Silvio mi ha deluso la mia reazione. Dopo qualche decennio di disprezzo politico e non solo credevo di far parte degli stappatori di champagne, e invece la bottiglia sta ancora là col tappo ben saldo nella gabbietta. Pensavo di poter partecipare al circo del grande battutismo sapido, ma anche in quel caso – nonostante anni di preparazione ed esercizi di rifinitura – non ho sentito la spinta giusta, sarà che sto invecchiando. Quello che ero sicuro di non fare, senza dubbio, era unirmi al coro degli insulti; non perché io abbia un particolare pudore nei confronti della morte, né un inaspettato nuovo rispetto per Berlusconi, ma soltanto perché trovo ridicolo chi piscia sulle tombe o sputa sui carri funebri. Voglio dire, Priebke è campato 100 anni di cui gli ultimi 15 in una casa di cui si conosceva l’indirizzo; se lo potevi insultare dal citofono e hai aspettato di vederlo passare orizzontale per batterti i pugni sul petto e fare il richiamo di Tarzan, forse i gerarchi nazisti sono l’ultimo dei tuoi problemi.
Al netto della mia reazione, di cui sono ancora vagamente incredulo, ho passato diversi giorni ad osservare le polemiche e le contestazioni, e sono giunto alla conclusione che non c’è nulla di più Berlusconiano del circo di reazioni polemiche degli antiberlusconiani. Gente scandalizzata perché le sue TV ne hanno decantato le lodi, gente stupita degli elogi funebri, gente che annunciava in pompa magna che “avrà solo la mia umana pietà, mai il mio rispetto”; e chi cazzo te l’ha chiesto? Ma ve lo immaginate il funerale di vostra nonna con una sfilata di tutti quelli a cui stava sul cazzo o ha fatto qualcosa di male?
Lasciatemi chiarire, prima di dire cose con cui sarete ancora meno d’accordo: non ce l’ho con le motivazioni, ce l’ho con l’atteggiamento di finto stupore di fronte a qualcosa che è a dir poco ovvio e che era più che ampiamente prevedibile. Avete tutto il diritto di pensare che santificarlo a reti unificate sia sbagliatissimo, ma gli occhi sbarrati e l’incredulità forzata, più che a gente che ha a cuore la reputazione dell’Italia, vi fa assomigliare alle pornostar che sfilano un paio di mutande mostrandosi sorprese di trovarci dentro un cazzo.
E ora veniamo al punto focale: questo lutto nazionale che vi ha tanto indignato, su cui avete scritto quintali di cartelle, su cui avete applaudito Montanari che si è rifiutato di mettere le bandiere a mezz’asta, grazie al quale avete riscoperto l’integrità della Bindi e siete tornati ad applaudire Travaglio dopo anni, come se tralasciare la vergognosa linea editoriale del suo giornale perché sta parlando male di uno che vi sta antipatico sia diverso dal tralasciare le malefatte di uno che sta aspettando di essere cremato.
Lo so, lo so che mi state dando dell’idiota, ma so anche che quando il governo ha annunciato il lutto nazionale siete andati su Google a cercare notizie di cui non vi è mai fregato nulla riguardo a quali italiani abbiano avuto o meno un lutto nazionale dedicato, e che un brivido di grottesca soddisfazione vi è corso lungo la schiena quando avete letto che per Falcone e Borsellino non c’è stato, e non importa che – forse – in un periodo in cui la mafia faceva saltare in aria le autostrade indire il lutto nazionale potesse essere distensivo quanto buttare una bistecca nella vasca degli squali. Il contesto ormai è morto e sepolto.
Non più di 10 giorni prima solidarizzavate con la Murgia e le sue supercazzole su quanto siano superate le celebrazioni imponenti dal sapore militare, e di colpo vi siete ritrovati a dire che avreste voluto le parate, il saluto d’onore, le spade incrociate e tutto il resto per F&B, allora sì che c’era da applaudire, mica per il funerale di un B la cui F ha tutt’altro significato. Voi e la vostra seriosità da adorazione di reliquie.
Il lutto nazionale si proclama per chi ha inciso sulla vita della nazione e non per chi ha avuto una vita impeccabile, altrimenti avreste dovuto protestare quando ci fu per Cossiga; il lutto nazionale si dà a prescindere dalla fazione a chi ha ricoperto incarichi istituzionali di alto profilo e non a chi vi sta simpatico e sta dalla vostra parte, altrimenti avreste dovuto stracciarvi le vesti per Cossiga; il lutto nazionale, soprattutto, si rispetta anche quando non lo sentite vostro: nessuno vi chiede di struggervi nel profondo e di essere in lutto personalmente, egocentrici che non siete altro, ma di fare democraticamente parte di una nazione che è in lutto, anche se il morto è Cossiga.
Siete stati anni a parlare del rincoglionimento che Cossiga Berlusconi e le sue TV hanno causato (agli altri, ça va sans dire) e poi avete polemizzato coi toni e la continenza di Tina Cipollari, strabuzzato gli occhi dallo stupore con la credibilità di Mario Giordano e bofonchiato per giorni come forse nemmeno Emilio Fede dopo una batosta elettorale; avete messo in piedi un circo a cui mancava soltanto Pippo Franco come capobanda. Il più berlusconiano dei tributi al caro Silvio non l’hanno fatto le sue televisioni con le maratone da 50 ore a reti unificate, non l’hanno fatto gli ultrà del Milan coi cori in piazza duomo, non l’ha fatto il governo proclamando il lutto nazionale: l’avete fatto voi, lanciandovi in un collettivo rutto nazionale che Berlusconi mostrerebbe fiero dicendo “Vedete? Mi copiano”.
Pensate che fare le pernacchie al funerale sia diverso da quando Berlusconi faceva le corna nelle foto ufficiali? Pensate che tirare in ballo il nome di Berlinguer per fare paragoni senza senso vi renda diversi da quelli che per ogni avviso di garanzia che arrivava ad Arcore tiravano in ballo Enzo Tortora? Pensate che sostenere pubblicamente che un indiscusso protagonista di 30 anni di politica non si meriti un lutto nazionale sia diverso da quando quel protagonista sosteneva pubblicamente di meritare la presidenza della repubblica?
È ora di ammetterlo: siete, ancora oggi come sempre, dei poveri berlusconisti.






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