La sirena degli scarsi

Uva acerba, attori cani e il vecchio trucco di mettersi in scia all’ambulanza

DISCLAIMER: il seguente pezzo è in ritardo sulla freschezza della notizia per colpa delle lobby marxiste che mi hanno obbligato a oziare nei giorni scorsi.

Se c’è una categoria di persone che non sopporto… No, aspetta, io non sopporto nessuno; ricominciamo. Tra le tante categorie di persone che non sopporto… No, troppo generico; meglio rifare. Non ho mai capito quelli che… Figurati, li capisco benissimo, è solo che li disprezzo; proviamo con un aneddoto inventato. Ieri ero in macchina, stavo andando da Christopher Nolan per il solito aperitivo in bassa bergamasca dove risiede sotto lo pseudonimo di Giuseppe Siniscalchi. Mentre guidavo ho sentito la sirena di un’ambulanza e ho accostato lasciandola passare; dietro l’ambulanza, in scia aerodinamica, è passato il solito patetico furbacchione e – mentre lo guardavo come Walter Sobchak guardava Jesus – l’ho riconosciuto: era Michele Morrone.

Da qualche giorno il club degli incompetenti ha un nuovo idolo, da quando il già protagonista di “365 giorni” è andato ospite in una trasmissione che ha finito gli ospiti da un pezzo. Nella tana di Francesca Fagnani, tra un “sono troppo bello per il cinema italiano”, un “ve l’avevo detto che mi scopavo Belen?” e un’autocertificazione in qualità di più grande statista degli ultimi 150 anni miglior attore italiano dopo Borghi, il nuovo feticcio a scadenza di Cruciani ha fatto quello che fanno tutti gli scarsi dalla notte dei tempi: ha detto che è tutto in mano a quelli di là, e siccome lui non è di là lo mettono in disparte, che le maestre lo odiano e che a casa la sapeva ma poi all’interrogazione per i David di Donatello i comunisti hanno mandato avanti Elio Germano che nemmeno si era prenotato.

L’epidemia di morronite è in fase dilagante, e di esempi ultimamente ce ne sono a bizzeffe: il libro di Borghi (il senatore con le apnee, non l’attore) vende meno di un tabaccaio in terapia intensiva, ma naturalmente è colpa dell’editoria “vergognoso sistema di propaganda in mano alla sinistra”; Pino Insegno non fa ascolti dalla recita dell’asilo, ma se Endemol ha preteso di non affidargli L’Eredità è perché è piena zeppa di bolscevichi; l’editorialista di Porro (lo so, fa già ridere così, ma poi peggiora) denuncia i radical chic colonizzatori del premio Strega 2025, laddove nel 2024 sedeva il nobile Gennaro “Non li ho letti ma voto” Sangiuliano; e poi Povia non va a Sanremo perché è inviso agli eurocrati, le personalità internazionali vanno da Fazio perché sono sinistroidi che fanno comunella coi trotzkisti della Warner Bros, i libri di Bocchino sono boicottati dai tavoli non traballanti e ancora mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar.

Dopo l’ospitata a Belve ho sentito l’impulso – come la maggior parte degli italiani, Google Trends docet – a farmi una domanda fondamentale: chi diavolo è Michele Morrone? Può sembrare il più prevedibile degli sfottò, ma se ci pensate è l’unico vero spunto di tutta la questione. Se di cotanto straordinario attore – digitando il suo nome Google suggerisce “Michele Morrone – Cantante italiano”, per dire – non si conosceva la carriera, tantomeno le idee politiche, cosa lo ha spinto a dirci ad alta voce che non è di sinistra? Cosa lo ha spinto a prendersela con chi vince i David con la sciarpa rossa mentre a lui che non ha le Clarks toccano le candidature ai Razzie? Cosa gli ha fatto credere che proprio ora, proprio in questo contesto, fosse il caso di esporsi a favor di editoriali di Sallusti?

Non sarà, forse, una strizzatina d’occhio al governo confidando che ci scappi un contratto in Rai? Non sarà, forse, il medesimo amichettismo che giura di voler denunciare? Non sarà, forse, che l’ultima risorsa degli scarsi è il vassallaggio dichiarato? Non sarà, forse, che aveva ragione l’Abatantuono di “Turné” sugli attori che fan la coda e quelli che non la fanno? Non sarà, senza forse, che quando passa l’ambulanza c’è chi accosta e chi si mette in scia, sentendosi troppo bello per accostare, urlando “Elio Germano amico dei vigili”, denunciando i semafori stalinisti e dicendo che tanto all’aperitivo in campagna di Christopher Nolan servivano solo uva acerba?


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