
DISCLAIMER: Ciò che state per leggere non è un pezzo di satira, ma uno stratagemma editoriale; è un auto-sabotaggio dichiarato; è il disperato tentativo di liberarmi definitivamente dell'argomento Trump e ricominciare a parlare di cose interessanti.
Da anni sostengo che i complottisti si stiano concentrando sugli argomenti sbagliati, e che l’unico vero complotto esistente sia quello per cui i politici di tutto il mondo lavorano alacremente per impedire a Corrado Guzzanti di scrivere nuovo materiale, insistendo a riproporre sbiadite copie di ben più solide gag guzzantiane, con la pretesa di farle passare per linee politiche serie. All’inizio era solo una battuta, una voluta iperbole per denunciare l’inettitudine di quelli là, ma purtroppo era una buona battuta, e la realtà è che le buone battute hanno quasi sempre ragione.
Mentre scrivo, l’adolescente mai risolto a cui la più grande scemocrazia del mondo ha affidato la valigetta atomica – in tempi di polveriere sbuffanti, oltretutto, come se io assumessi Adinolfi come dietologo la vigilia di Natale – si è appena vantato di aver “realizzato più in 43 giorni di quanto la maggior parte delle amministrazioni realizzi in 4 o 8 anni”. E certo, se io fossi stato lo sceneggiatore, a quel punto un giornalista avrebbe chiesto cosa aspettava a prendere un Imodium, dopo tutta ‘sta scarica realizzativa, ma purtroppo la sceneggiatura del mondo è stata affidata a Massimo Boldi, e io che ci posso fare se quello mi ha scippato il contratto?
Non è davvero di questo che vorrei parlare, ma non riesco a liberarmi degli spunti che arrivano da oltreoceano. Nelle ultime settimane ho scritto più pezzi su Trump di quanti avrei voluto, senza contare quelli rimasti in bozza, le battute su Twitter e tutto il resto. Urge un estremo rimedio al male estremo, una spiegazione lapidaria, un taglio netto a eventuali spunti imminenti, un bastone tra le ruote del battutismo tristemente spicciolo che mi intasa la testa, una sintesi che riassuma passato, presente e futuro dei prossimi 4 anni di sparate idiote del Tycoglioon – sono arrivato ai giochi di parole, vi rendete conto di quanto sia urgente? – ed è qui che mi viene in soccorso San Corrado dal Nomentano.
Correva l’anno 2012, il Governo Monti era da poco entrato in carica per tappare le voragini economiche del Berlusconi IV a suon di lacrime e sangue dei soliti, e su Sky andava in onda “Aniene 2 – Molto rigore per nulla”. Uno dei primi sketch è un’intervista all’ormai ex ministro Tremonti, il quale incredibilmente inizia a dire cose condivisibili e sensate su economia, stato sociale, cultura, sanità, lavoro e molto altro. Dopo tutte queste dichiarazioni, dietro di lui passa un altro Tremonti, assolutamente identico, vestito di tutto punto, che gli dice “Ciao ciccio, io vado al consiglio dei ministri, ci vediamo più tardi”. Il Guzzanti-intervistatore, stupito, chiede: “Ma scusi, lei ha un fratello gemello?” e Tremonti risponde “Sì, è mio fratello, ma è uno stronzo”.
Eccola lì, la chiave. Grazie, San Corrado. Eccolo lì, il motivo per cui Trump dà del dittatore a Zelensky e due settimane dopo sostiene di non averlo mai detto. Eccola lì, l’uscita dall’OMS per poi dire “potrei pensare di rientrarci” dopo meno di 48 ore. Eccoli lì, i dazi che aumentano o diminuiscono in base al lato del letto da cui scende la mattina. Ecco il Musk che licenzia gli assistenti di volo e quello che solo 2 giorni dopo invita quelli in pensione a tornare al lavoro. Ecco la sovrapposizione tra il Robert Kennedy novax e quello che l’altroieri riscopriva l’importanza dell’immunità di gregge e il vaccino ai bambini per contrastare l’epidemia di morbillo. Ecco spiegata una volta per tutte la schizofrenia del nuovo corso americano: hanno tutti un gemello stronzo.
Lo so che pensate sia un’iperbole, e forse per un attimo lo è stata, ma ve l’ho già detto: le buone battute hanno quasi sempre ragione. Pensateci, lasciate da parte le logiche preoccupazioni di un mondo sull’ennesimo orlo della guerra mondiale, dimenticate per un attimo che le sorti del mondo sono in mano a gente che si fa scrivere i discorsi dai laureati in scienze delle merendine; glissate sulla teoria e concentratevi sullo spreco di neuroni per spernacchiare il più spernacchiabile dei truzzi. Pensate a quanto siano sempre più desolanti le discussioni e l’ironia, a quanto banalmente stiamo occupando l’ormai brevissimo tempo che ci separa dal fungo atomico. Rifletteteci: se accadesse domani, vorreste davvero che il vostro ultimo tweet fosse solo una copia di mille riassunti? Ecco, c’è un modo per impedirlo, ed è ricordarsi del gemello stronzo.
È come per quegli intricatissimi thriller in cui nulla sembra avere senso, il detective non ci dorme la notte consumando ettolitri di caffè, e poi ad un tratto si accende un’unica lampadina che fa convergere tutto verso l’ovvia conclusione. Il gemello stronzo spiega già tutto ora, e continuerà a spiegare le prossime sparate assurde quanto le palesi contraddizioni. Il gemello stronzo è l’uovo di Colombo dei sovranisti che ormai la fanno da padrone più o meno ovunque: era lì, davanti a noi, bastava soltanto pensarci, invece di cavalcare ogni minima castroneria pronunciata da Donald J. Bamba o dalla sua squadra di macachi gemellari, tritando e ritritando le stesse battute che ormai sono poltiglia di satira. Il gemello stronzo è la panacea di tutte le stronzate, e ci (mi) libererà dalle briglie tematiche della nuova amministrazione a stelle e strisce.
Ora che la lampadina si è accesa, quando Trump sarà costretto a togliere i dazi per evitare il prevedibile collasso, non dovrò più resistere all’istinto di scrivere pezzi nuovi con frasi vecchie. Quando la quarta malattia desertificherà il Wyoming, e Kennedy assolderà i cecchini per la vaccinazione a tappeto, non sentirò più l’impulso a scrivere originalissime disamine sull’incoerenza dei novax. Quando le uniche terre rare con cui Musk potrà baloccarsi saranno quelle estratte dal pannolino del suo ennesimo figlio, non correrò su queste pagine bianche a buttare giù al volo un titolo accattivante a cui poi pare brutto non dare seguito con qualche pernacchia.
Di fronte a queste e a tutte le altre mirabolandi trovate psichedeliche che ci riserva il futuro, mi basterà riguardare quei 2 minuti di sketch, apporre il bollino “gemello stronzo” sulla notizia, e poi passare ad argomenti molto più interessanti e cruciali per il tempo che ci resta, come la giusta granularità della salsiccia, gli incroci obbligati della Settimana Enigmistica, il modo più ecologico per torturare Alessandro Siani o la risposta al grande quesito dell’esistenza: c’è vita oltre il kebab da asporto?
Ecco, in virtù di tutto ciò, dichiaro qui urbi et orbi che non scriverò più di Trump e del suo pokémon sudafricano. Tanto, se poi succederà, posso sempre dire che questo pezzo l’ha scritto il mio gemello, che è il più stronzo di tutti.






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