Sostituzione liquida

Perché Lollo non è l’eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno

Un nuovo supereroe si aggira in città. Non è Marvel, non è DC, non viene da remoti angoli della galassia e non indossa un tutina sgargiante. Veste in giacca e cravatta, ma porta anche pantaloncini militari e le sneaker tricolore, perché la sua divisa è l’umiltà, la sua missione è la giustizia e il suo superpotere è il tasso alcolemico. È un pensatore libero che combatte il malcostume con l’ironia e l’arte del paradosso; è l’unico, vero, inimitabile H2Lollo!

Da sempre i crudeli burocrati dell’Unione – ormai ridotti a viscidi servi del Dottor Woke e di Capitan Green – tentano di azzoppare il Bel Paese laddove è più forte, e il loro nuovo obiettivo pare essere la nobile tradizione vinicola, antica arte di divina origine che negli algidi territori d’oltralpe non ha mai attecchito, neppure quando ebbero l’onore di essere provincia dell’Impero. Nel silenzio complice dei buonisti, e con millantate buone intenzioni a lastricarne il percorso, uomini piccoli e faziosi cercano di convincere gli sprovveduti che l’alcol contenuto nel vino causi gravi dipendenze e rischi per la salute, addirittura in misura tale da doverne specificare la pericolosità nelle etichette, ma ancora una volta hanno trovato pane tradizionale per i loro denti progressisti.

Il nostro eroe, che già aveva contrastato con successo la terribile pratica del packaging allarmista – ricordiamo la celebre arringa “io penso che il vino non vada considerato alcol” – si trova così ad affrontare nuovamente gli strali nemici, che con la scusa delle abitudini sane – proprio loro, che non distinguono un sugo all’amatriciana da un tubetto di ketchup – vorrebbero insozzare l’eleganza delle nostre etichette e la storia secolare delle nostre cantine con vergognose avvertenze sanitarie, indicazioni infamanti e – Dio non voglia – immagini di fegati spappolati, tumori oro-faringei e matrimoni con Asia Argento.

Ci stanno riprovando con la loro retorica buonista da quattro soldi, ma il supereroe che il Burkina Faso ci invidia – impenetrabile alle pernacchie dei cosiddetti “padri dell’Europa”, che schioccano la lingua, si allisciano la barba e parlano di quello che deve essere fatto – con la sua sapienza ha voluto ricordare che anche l’abuso di acqua è dannoso, e quindi bisognerebbe riportarne i rischi sulle bottiglie d’acqua. E sì, forse ora state ridendo, ma è un dato fattuale che Giorgio Plantageneto rappresenti l’unico caso di annegamento nel vino della storia, mentre di annegamenti in acqua ce ne sono a centinaia di migliaia ogni anno in ogni parte del mondo. Gli stessi migranti, le cui morti in mare vengono usate dai soliti sinistri sobillatori per accusare il governo, sarebbero ancora tutti vivi se i loro barconi avessero dovuto navigare in una botte di vino con comodi bordi a cui aggrapparsi, anziché nel Mediterraneo.

E allora non possiamo più sopportare che la pericolosità dell’acqua passi inosservata; è venuto il tempo di mettere fine ai viscidi piani segreti di sostituzione liquida. È ora di rispondere per le rime, e il prode Lollo è dalla nostra parte: risponderemo all’acqua che fa ruggine col vino che fa sangue; replicheremo ai video di gente sbronza che parla con la Madonna con altrettanti video di Del Piero che parla con gli uccelli; abbatteremo i fantomatici danni a lungo termine dell’alcolismo con i visibili danni immediati dell’acqua Bertier sull’organismo del povero Fantozzi; voi mettete l’acqua gratis nelle mense e noi istituiremo il vino sospeso nei bar; togliete l’alcol dagli Autogrill e toglieremo “acqua azzurra, acqua chiara” dai karaoke. Colpo su colpo, casa per casa, bicchiere per bicchiere, fino alla vittoria.

È tempo di combattere le camicie bianche del potere con le macchie rosse della rivoluzione. Hasta l’Amarone, siempre!


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