
Ma quale Golfo d’America? Quale Groenlandia? Il vero obiettivo dell’amministrazione Trump è Roccaraso. Non fatevi ingannare dai giornali mainstream che raccontano di dazi per indebolire Canada e Messico, di espatri in pompa magna per soddisfare le fregole del Ku Klux Klan, di uno psicopatico travestito da presidente o di strategie aggressive per spartirsi il mondo con la Cina come in quel romanzo di Philip Dick. Sono le seggiovie abruzzesi la chiave delle brame espansionistiche del Tycoon, e i segnali ci sono tutti, a partire dalle prove generali del remake della tragedia del Cermis che si sono tenute pochi giorni fa a Washington. Naturalmente l’hanno camuffato con un tragico incidente aereo – e Trump ci ha messo il carico da undici dicendo che i trans non dovrebbero pilotare aerei perché confondono il loro cazzo con la cloche – ma il progetto è chiaro: assediare Roccaraso con combattenti di neve, di mare e di aria, per prendersi l’Abruzzo e mettere in ginocchio l’Europa.
Le grandi manovre sono iniziate e – al grido di “You are De Crescenzo now” – il fido Elon Musk ha scatenato la più temibile arma tecnologica che questa epoca abbia mai visto: Partenope Kardashian, per gli amici Rita; un essere leggendario, metà fobia scolare e metà tronista over di Uomini e Donne. Dopo anni di silente assuefazione alle algide influencer nordiche che si fidanzano coi rapper nani e piangono in pigiama, l’Italia intera si è trovata impreparata di fronte a tanto strabordante dinamismo social; sono bastati pochi secondi di video su TikTok per scatenare un Blitzkrieg da far invidia al Feldmaresciallo Von Kleist: diecimila sciatori improvvisati e quindicimila soldati semplici – divisi tra bobbisti di ronda e lanciatori di palle di neve – hanno assaltato il piccolo comune aquilano che Google Maps ha già rinominato “Mar-A-Lago appenninica”.
Il primo cittadino di Roccaraso ha invocato l’aiuto dell’esercito tra le risate generali, e la scelta di far polemica sui rifiuti abbandonati dopo il primo raid non ha attecchito, anzi: è arrivata la replica muscolare della tiktoker, che ha minacciato di tornare con fanteria ancor più nutrita, barbecue portatili e dischi di Geolier. Eppure il sindaco sembra l’unico ad aver colto il diabolico progetto trumpiano nel suo insieme: indebolimento delle resistenze di Roccaraso, spedizione di un distaccamento di snowboarder pesanti ad Ovindoli, e incursione aerea da oltreoceano per paracadutare alpinisti a grappolo su Pescasseroli, terzo vertice del triangolo per completare l’assedio. Con le forze schierate e il volgo ipnotizzato dai meme, per Trump sarà semplicissimo rivendicare L’Aquila come proprietà etimologicamente americana. È inutile illudersi: senza un miracolo l’appennino è perso, e il Molise dovrebbe iniziare a fare scorte prima dell’embargo. Con i leghisti proni e la premier a viole per le occhiate languide di Musk, il Tycoon potrà colpire indisturbato il cuore dell’Europa, infettando per sempre gli arrosticini con la salsa barbecue e decretando la fine del vecchio continente.
Ma c’è ancora una flebile speranza di arginare Partenope Kardashian: dobbiamo rispondere a un mostro leggendario con un supereroe mitologico di borbonica esuberanza: il Kanye West del Vomero. Qualcuno ha il numero di Paolantoni?






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