Oltre la Luce

Breve florilegio di alternative possibili alla mascotte ufficiale del Giubileo

Oh! Finalmente un argomento serio e di grande importanza! Non ne potevo più di affrontare temi di mero intrattenimento trash come l’autolesionismo degli elettori liguri, la nuova finanziaria del Governo Meloni, le elezioni americane alle porte, i polveroni sollevati dalle inchieste di Report e la quattrocentesima crisi consecutiva della sinistra dall’inizio del mese. Era ora che l’attualità tornasse a farsi seria e offrisse spunti per parlare di ciò che davvero interessa alla gente: pochi giorni fa il Vaticano ha presentato ufficialmente la mascotte del Giubileo 2025, destando una discreta ilarità e qualche polemica dai soliti invasati di cui per questa volta non ci occuperemo.

L’intento dichiarato dallo stesso Monsignor Fisichella è quello di “vivere anche all’interno della cultura pop, tanto amata dai giovani”, e il risultato è Luce: una versione fumettistica di una pellegrina, nello stile dei personaggi kawaii. Una scelta che molti hanno giudicato azzardata, ma che – pur mantenendo l’effetto “idea che i vecchi hanno delle cose da giovani” – mostra una discreta attenzione ai dettagli. Ad esempio, negli enormi occhi azzurri di Luce campeggiano due conchiglie, simbolo del cammino di Santiago, un rosario multicolore al collo richiama la bandiera della pace, e poi l’impermeabile giallo con cappuccio che sembra un chiarissimo riferimento a Greta Thunberg, rafforzato dagli stivali sporchi di fango, a puntare i riflettori anche sulle tematiche ambientali.

Inutile dire che, al netto delle battute più o meno trasversali, chi se l’è presa di più per tale scelta è la schiera dei più bigotti, i quali evidentemente avrebbero preferito un bassorilievo raffigurante un gruppo di autoflagellanti, ma non sono qui per recensire le scelte della chiesa in fatto di pupazzi. Sono qui, anzi, per proporre alcune alternative. Nell’ottica di voler sposare la cultura pop e attirare i giovani, credo che si sarebbe potuto osare di più con la mascotte. Tanto Pillon e i suoi schiumano male comunque urlando a qualche bislacca lobby oscura, e allora forse varrebbe la pena forzare la mano definitivamente e muovere un passo più deciso, alla riconquista del marketing di cui il cattolicesimo è stato maestro indiscusso per secoli.

Mentre osservavo la nuova mascotte ho pensato che ciò che le manca per avere il piglio giusto oggi è lo storytelling. Ormai tutto è narrazione e una semplice mascotte, per quanto ben realizzata nel dettaglio, resta un pupazzo freddo e rischia di non avere la giusta presa, sul pubblico giovane ma anche su quello adulto, entrambi imbottiti di serie TV e interviste strazianti a personaggi inutili. Perciò mentre pensavo ai significati simbolici della mascotte ufficiale che poco traspaiono dalla semplice immagine, ho pensato ad alcune mascotte alternative che tendono a scardinare vecchi pregiudizi, o a riaffermarli in maniera più accattivante, in una sorta di nuova edizione del Cattolicesimo Wow. Ve le presento.

Trap-pista: è un frate moderno, lontano dall’antica concezione degli ordini severi e chiusi su sé stessi, che si rivolge ai giovani usando il loro linguaggio e non il tanto odiato latino. Trap-pista è fondamentalmente un compagnone che non disdegna i canoni della modernità: produce ottima birra, chiacchiera amabilmente al bar e tra un salmo e l’altro butta giù qualche barra di dissing contro i francescani e la loro fissa di fare i barboni invece di partecipare ai party di Diddy. Esteticamente è un panzone buontempone con frasi dei Salmi tatuate in faccia, mentre l’immancabile saio è decorato da una cintura a corda annodata D&G e grafiche maori sulla schiena. Nonostante l’abuso di Autotune continua ad essere incredibilmente stonato e si mangia le parole; un po’ Frà Tuck, un po’ Luchitos.

Cilicio Man: un nuovo supereroe in stile Marvel, che tenta il crossover definitivo tra i due più grandi produttori di fumetti e schiere di esaltati della storia del mondo. Nella vita di tutti i giorni si fa chiamare Giuseppe ed è un catechista dall’aspetto dimesso, ma, una volta posate chitarra dolce e breviario, si trasforma nel supereroe più temuto da Elton John. Cilicio Man deve i suoi poteri ad un numero spropositato di cinture punitive strette e nodose, tramite le quali ottiene allucinazioni in cui tutti i supercattivi – da Thanos a Marco Cappato – hanno le sembianze di Malgioglio durante uno schiuma party; ciò causa nel supereroe l’impulso incontrollabile di lanciarsi in battaglia per il bene della cristianità, armato di obiezione di coscienza e rosari rotanti. Nell’edizione “action figure” si possono stringere i cilici per vedere gli occhi del supereroe diventare progressivamente sempre più rossi e rabbiosi.

PelleGreen: non si può abbracciare la modernità e il mondo dei giovani senza affiancarsi alla questione dell’ecologia e dei rischi del cambiamento climatico. Da questa idea nasce PelleGreen, un albero parlante e semovente che viaggia per raccontare un clima allo sbando per colpa dell’uomo. Come Greta Thunberg – ma non del tutto convinto sul veganismo – anche PelleGreen ha lasciato a casa i suoi compiti di fotosintesi ed è partito con in testa un mondo più attento all’ambiente, e alle generazioni future. Il suo pellegrinaggio lo porterà ovviamente a Roma, ma la cosa importante è il viaggio, lungo il quale incontra i giovani dei Fridays for Future e dialoga con loro riguardo alle politiche ambientali, arrivando a San Pietro arricchito dalla condivisione. Al fine di mantenere saldo il rapporto con il cristianesimo, PelleGreen ha l’aspetto di un sicomoro.

ASMRedentore: forse l’idea di mascotte più innovativa e ostica da comprendere di questo elenco, ma che vuole mandare un messaggio di pacificazione e serenità. ASMRedentore è una sorta di entità indefinibile, dalla forma simile a un iridescente groviglio di fili, al capo di ognuno dei quali spicca una riproduzione fisica di un simbolo della cristianità o una piccola bocca. Di fronte ai peccati del mondo, presenti o passati, questa mascotte offre il perdono che si confà al Giubileo anche per chi non varca fisicamente la porta santa. Una sorta di Spirito Santo fattosi matassa informe, che crea contenuti YouTube in cui recita litanie sottovoce e riproduce rumori concilianti sfregando i diversi simboli a mo’ di spazzola contro il microfono o soltanto agitandoli vicino ad esso.

Evangelisti Ninja: una mascotte fortemente pop che punta tanto sulla nostalgia degli anni ’80 degli adulti quanto sulla fascinazione per i remake dei giovani. I quattro evangelisti, toccati da uno Spirito Santo particolarmente inquinato dalle polveri sottili e dal fosforo bianco usato in Medio Oriente, subiscono una mutazione genetica che li trasforma in tartarughe antropomorfe con il vizio della pizza; i 4 conservano comunque la loro fede e iniziano un viaggio verso Roma per riacquistare la loro forma umana. Gli Evangelisti Ninja si muovono attraverso le fogne, dove stanno gli ultimi e i dimenticati, e in nome degli ultimi combattono le forze del male con Jeet Kune Do e aspersori.

Tor que mada: ultima, ma non per importanza, una mascotte che segna il ritorno di un personaggio molto amato dai fedelissimi, mantenendo salda la connessione con la millenaria storia della chiesa. Il Grande Inquisitore ha però abbandonato il vecchiume delle antiche torture e dei roghi delle streghe, ormai passati di moda nella loro ritualità pomposa, ma ancora fortemente presenti nell’approccio di molti all’attualità. Il vecchio domenicano accigliato di un tempo lascia quindi il posto a un inquisitore tutto nuovo, colorato e scherzoso, attivo sui social con lo stesso entusiasmo fastidioso delle influencer ma con molto più fascino, che come uno scioltissimo pastore sambista guida le pecorelle smarrite trascinandole ancheggiando nell’ammiccante quanto militaresco mondo dei balli di gruppo, tra attitudine carnevalesca, movimenti sincronizzati che nemmeno nella Berlino del ’39, e vecchie canzoni di Sergio Mendes a dettare il ritmo delle scomuniche agli eretici.

Ora, l’elenco è breve e io non voglio certo insegnare nulla a Papa Francesco, che comunque ha già conquistato tutti impugnando il microfono come i rapper del ghetto, ma mi sento di dire che la povera Luce da sola non basta, e una squadra di mascotte ben raccontate può svoltare il Giubileo.

Jorge, io un’infarinatura te l’ho data. Facci un pensiero.


Una replica a “Oltre la Luce”

  1. Avatar Il venticinquesimo anno – Plautocrazia

    […] di ventunesimo secolo, qualsiasi cosa significhi, è l’anno del primo giubileo della storia con mascotte orientali che infastidiscono Pillon – ma non sono qui per dire… Come sopra – e soprattutto il 2025 è l’anno in […]

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