
Con colpevole ritardo sulle previsioni, siamo giunti al terzo capitolo delle fenomenologie illustrate. Dopo il Polemista Ostinato e il Renziano Gaudente, oggi è la volta di una specie estremamente diffusa e pertinace, che coniuga caratteristiche tipiche delle più basse subculture pre-illuministiche con le nuove abitudini sociali offerte dalla moderna tecnologia.
Prima di entrare nel vivo dello studio ci tengo a ringraziare @LaBombetta76 – fornitrice della quasi totalità delle illustrazioni di questo episodio – non soltanto per avermi gentilmente concesso l’utilizzo dei suoi screenshot, ma anche per l’estenuante lavoro di archivio che compie ogni giorno su Twitter (o comunque si chiami ora) facendoci fare un sacco di risate. Che fate ancora qui? Cliccate sul link e seguitela.
Siete tornati? Bene, veniamo a noi. Gli esemplari di oggi fanno parte del vastissimo genere dei complottisti, che meriterebbe un’analisi completa, ma il materiale è troppo e io non ho più 20 anni. Non voglio fare la fine di George R. R. Martin, perciò per ora ho deciso di prendere in esame una singola specie, poi chissà. Ma ora cominciamo, ché il tempo scorre e la profezia della Brigliadori potrebbe avverarsi da un momento all’altro.
Fenomenologia Illustrata del Complottista Evangelico
Premessa
Il Complottista Evangelico (nome scientifico: Coniuratio-theoricum-praedicator) è una creatura preesistente ai social, la cui caratteristica principale è la diffidenza verso ogni tipo di nozione condivisa. La sua popolazione – precedentemente ridotta a una manciata di esemplari grazie a scoperte scientifiche recenti quali la logica aristotelica, il fuoco e la selce scheggiabile – ha avuto un aumento demografico esponenziale con l’avvento della banda larga e delle emoticon.
Analogamente ad altre specie congeneri, il Complottista Evangelico vive nell’inossidabile convinzione che l’universo trami contro l’umanità per mano di piccole o grandi organizzazioni segrete dalle gerarchie estremamente complesse, ma si distingue per la tendenza all’evangelizzazione, che vive sia come gesto altruistico di divulgazione sia come atto sociale per essere accettato e guadagnare fiducia da parte dei propri simili.
Nei prossimi capitoli ne analizzeremo le caratteristiche in modo più approfondito, ma prima è d’obbligo un avvertimento: l’esposizione prolungata ai concetti e alle teorie espresse dal Complottista Evangelico, oltre a causare effetti indesiderati sulle normali funzioni fisiologiche, potrebbe dare la sensazione di trovarsi all’interno di un crossover tra Blade Runner e Idiocracy. Prima di approcciarcisi è consigliabile costruirsi un totem come in Inception o, in alternativa, un gatto che vi riporti alla realtà con un graffio.
Capitolo 1: Caratteristiche fondamentali
Il Complottista Evangelico (da qui in avanti solo C.E.) è un’affascinante quanto fastidiosa variazione del Complottista Semplice, con il quale condivide la naturale predisposizione alla tenace diffidenza verso qualsiasi concetto espresso da un insieme di individui – variabile da poche decine a otto miliardi – che egli considera parte attiva di un complotto o anche semplici schiavi del sistema, oltre all’opposta e altrettanto strenua fiducia in ogni teoria o testimonianza bislacca dei suoi simili, che si tratti di antichi illuminati o nuovi adepti.
Peculiarità cardine del C.E. è il rifiuto totale di ogni logica o assunto accettato dalle specie non complottiste; il terreno di dibattito stesso è secondo il soggetto un terreno falsato da migliaia di anni di complotti, così come la matematica, la geografia o la storia che conosciamo. Cercare di farlo ragionare su base condivisa significa mettere in dubbio l’impianto valoriale dell’intera specie, perciò nel tempo gli esemplari della specie si sono ritagliati una propria personale logica olistica indecifrabile per chiunque altro e fondamentale per la conservazione della specie.
Oltre a ciò, i C.E. nel corso dei secoli hanno coniato nuovi termini per identificarsi a vicenda e distinguersi dagli “altri”, spesso anche indicati come “loro”. Questi termini distintivi sono in alcuni casi di lontana origine temporale e riconducibili ad antichi fasti, mentre altri sono neologismi in linea con le caratteristiche dei nuovi complotti mondiali che il C.E. scopre ogni giorno dal proprio water. Si va dai più classici “Pensanti” o “Risvegliati” ai più moderni “Non Sierati” e “Sangue puro” nati durante la pandemia.




Capitolo 2: La gerarchia
La struttura sociale del C.E. è complessa e ridondante: se escludiamo i ruoli più alti in grado – per ricoprire i quali è necessario avere qualifiche o requisiti particolari quali prete esorcista, psichiatra convertito alla chiesa ortodossa autocefala, ex premio Nobel affetto da demenza senile, Povia o altri titoli equivalenti – ogni esemplare della specie può assumere contemporaneamente ruoli differenti per funzione e livello gerarchico: sotto l’egida dei guru maximi, ogni esemplare di C.E. è fondamentalmente alla pari con gli altri ma riveste funzioni più o meno importanti a seconda delle necessità e dell’utilità che le caratteristiche del singolo possano rappresentare per la causa comune. Qualunque essa sia.
Per quanto questa struttura in costante movimento renda i ruoli molto sfumati e intercambiabili, lo studio ne ha evidenziati diversi, alcuni dei quali condivisi con altre specie di Complottisti, che paiono sostanzialmente sempre presenti. Di seguito una rapida carrellata:
- Cadetto: ruolo spesso ricoperto dai nuovi membri della comunità, si limita perlopiù a raccontare “stranezze” che ha notato uscendo dal bar, che si tratti di sospetti giramenti di testa dopo la decima grappa o eventi atmosferici anomali quali la formazione di cumulonembi e la grandine a forma di grandine.

- Risvegliato semplice: è il grado più basso della milizia complottista, il suo compito principale è condividere sui propri canali le rivelazioni dei superiori, nonché entrare in discussioni social di altri utenti scrivendo frasi a caso come “Hai fatto la 30° dose?”, “Sei solo uno schiavo”, “Quanto ti pagano i Rothschild?” e altre perle di saggezza analoghe.


- Amico su Facebook: detto anche “fonte attendibile”, è un ruolo virtuale e verosimilmente non ricoperto da nessun esemplare della specie, a cui però il C.E. fa spesso riferimento se un essere senziente gli domanda da chi abbia avuto quelle informazioni segretissime sulla percentuale di componenti delle scie chimiche presenti nella salsa Worcester dell’Eurospin.

- Divulgatore: i divulgatori godono di un buon grado di fiducia da parte della propria comunità, possiedono profili social, canali YouTube e gruppi di messaggistica più o meno seguiti nei quali si prodigano in lunghe e articolate spiegazioni sui misteri del cosmo. Come dei novelli Alberto Angela, ma più avvezzi alle anfetamine, i divulgatori dimostrano padronanza delle più svariate materie: dalla terra piatta alla botanica, dalle scie chimiche alla ricetta della torta alle mele di Nonna Papera, finanche al legame tra l’alta finanza e la separazione della coppia Boldi-De Sica.



- Guru: A differenza del divulgatore, il guru può svolgere il suo compito di evangelizzazione delle masse senza bisogno di fare ricerche approfondite nei peggiori bar di Caracas. Gli esemplari che raggiungono questo alto stadio di illuminazione godono infatti della totale devozione di ogni membro della comunità, hanno spesso canali comunicativi molto seguiti su cui possono limitarsi a pubblicare semplici esperienze di vita vissuta, come un semplice rifornimento di benzina alla pompa automatica, e lasciare che siano i discepoli a darne un’interpretazione in linea coi dettami complottisti.

- Insider: è uno dei ruoli più delicati all’interno del tessuto sociale, in quanto per definizione i C.E. non possono fidarsi delle notizie diffuse sui mezzi di informazione tradizionali, né tantomeno delle fonti di suddetti mezzi. L’insider assicura di lavorare o conoscere personalmente qualcuno che lavora all’interno di enti governativi per il controllo dell’universo, aziende foraggiate dai rettiliani o squadre di calcio composte da membri della massoneria vulcaniana. Dall’interno di questi ambienti – e con un enorme sprezzo del pericolo che i suoi simili ammirano – diffonde verità scomode sui pericolosissimi progetti di sterminio mondiale che si nascondono dietro a eventi apparentemente normali come l’evaporazione acquea o il restyling della confezione della Girella Motta.


- Teologo: ultimo, ma non per importanza, merita una menzione il ruolo del teologo, che grazie alla profonda conoscenza delle sacre scritture e degli album da colorare della Pimpa si occupa di un’analisi più profonda e trascendentale del mondo circostante. Se il teologo teorico svolge questo compito con l’obiettivo di convogliare la ricerca in pubblicazioni editoriali, il teologo pratico ha la missione di intercettare e denunciare – a volte in modo criptico – segni rivelatori dei subdoli progetti di Satana, entità maligna suprema universalmente riconosciuta dai complottisti, nonché anello di congiunzione tra i complotti che a noi poveri mortali appaiono scollegati.

Capitolo 3: Vi stanno mentendo
Il credo fondamentale del C.E. è che la realtà non sia mai ciò che sembra, e il soggetto ne è convinto a tal punto da mettere in discussione persino i propri stessi sensi. Le origini di questa convinzione profonda sono ancora oggi oggetto di studio, ma gli esperti concordano nel sostenere che le opere di Asimov, i thriller coreani e l’eterno mistero di chi c’è dentro il Gabibbo, proiettati nella mente impreparata del C.E., abbiano dato vita a un cronico bisogno di misticismo che il soggetto sublima nelle teorie del complotto.
È quindi inevitabile che il C.E. abbia sviluppato un mantra da ripetere per riconnettersi alla propria dimensione, e tramite il quale portare avanti la propria missione facendo proseliti. Come i discepoli di Cristo portavano la buona novella, i discepoli del complottismo portano la cattiva: vi stanno mentendo.
Chi? Tutti. Su cosa? Qualsiasi cosa.


Capitolo 4: Intersezionalità
Le costanti delusioni che la specie ha subito ogni volta che nel tempo le previsioni e le profezie annunciate non si sono realizzate hanno costretto il C.E. ad allargare il campo e ingrandire l’entità del complotto. Tutto ciò ha permesso ai singoli complottisti di non dover fare i conti con la logica, e allo stesso tempo ai membri della comunità di interagire molto di più, integrandosi i complotti a vicenda con informazioni succosissime provenienti da contesti inaspettati.
Il risultato di queste interazioni, di cui internet e i social hanno permesso un’accelerazione enorme, è la totale intersezionalità dei diversi complotti, che confluiscono uno nell’altro creando unità all’interno della popolazione e dando vita ad una sorta di super complottone di fine di mondo a cui gli esemplari della specie credono fermamente. I fili sono ormai così intrecciati che i soggetti che credono ad un complotto senza credere negli altri sono quasi estinti.



Capitolo 5: La censura
Percependosi come individuo libero minacciato da complotti che escono dalle fottute pareti, il C.E. non crede nella casualità, in particolare quella che riguarda strumentazioni tecnologiche o mezzi di comunicazione. Se il cellulare del C.E. si scarica più velocemente del solito o ha la connessione Bluetooth attiva, il soggetto non penserà di aver usato app che consumano più batteria o di aver inavvertitamente premuto il tasto del Bluetooth: penserà che un’entità esterna stia cercando di spiarlo o impedirgli di indagare.
Se tutto ciò può essere tipico anche di altre specie di complottisti, per il C.E. e per la sua evangelizzazione è un chiaro sintomo che il suo acerrimo nemico sta cercando di prendere il sopravvento, e che perciò le sue teorie siano vere e scomode per i poteri forti. Come ogni disvelatore di segreti che si rispetti, infatti, il nemico numero uno del C.E. è “La censura”, entità indefinita che il soggetto incolperà di ogni imprevisto sul suo percorso da novello Assange con le infradito. Che ci sia un blackout regionale o un vulcano in eruzione dietro casa sua, che il gatto gli abbia spento il router o gli si rompano i lacci delle scarpe costringendolo a prendere l’autobus al volo, nella mente e nelle dichiarazioni del C.E. il responsabile sarà “La censura”.

Capitolo 6: Gli anagrammi
Tra le passioni del C.E. una delle più diffuse è quella per gli anagrammi; non come gioco enigmistico, ovviamente, e nemmeno come allenamento per i tornei di Scarabeo: nella mente del soggetto l’anagramma è uno strumento di indagine fondamentale.
Ogni esemplare della specie sa da fonte certa che “loro” inseriscono messaggi nascosti nei simboli ma soprattutto nelle parole; che si tratti del nome di un’azienda o di un nuovo progetto scientifico, di un’incisione su tavola babilonese di 4000 anni fa o della scritta che si intravede sulle bruciature dei toast, il C.E. scoprirà il messaggio nascosto tramite gli anagrammi e diffonderà il verbo.
Avendo mediamente le capacità enigmistiche di chi fugge alla vista del Corvo Parlante, il C.E. non pensa che i membri di queste pericolosissime logge internazionali possano utilizzare metodi di crittazione più complessi del semplice anagramma o della lettura al contrario, il che lo rende in grado di trovare riferimenti ad antichi dei semiti in una ragione sociale, ma evidentemente non di intercettare dattilografi nazisti degli anni ’40.

Capitolo 7: Classificazione dei complotti
Come accennato nel capitolo 4, la quantità di complotti che il C.E. si trova a gestire e divulgare è abnorme; questo perché l’impossibilità di negare i complotti precedenti lo obbliga a mantenerli in vita e in molti casi a prenderne spunto per argomentazioni riguardo ai nuovi complotti. Va altresì aggiunto che le tematiche dei diversi complotti coprono nel loro insieme l’intero arco dei argomenti conosciuti dall’uomo e di alcuni conosciuti da Gasparri.
In questo ginepraio di paranoie inconcludenti ma non rinnegabili, il C.E. si orienta (o finge di farlo) senza apparente difficoltà; per gli esemplari di specie non complottiste, però, l’habitat del C.E. può sembrare poco leggibile, e quindi ecco una rudimentale classificazione dei complotti che può aiutare i meno avvezzi ad orientarsi:
- Scientifici: in questa categoria troviamo tutti i complotti che riguardano le scienze nel loro complesso. È la categoria più ampia ed eterogenea, con diverse sottocategorie di cui, a titolo semplificativo riportiamo un piccolo e parziale elenco: forma della terra, malattie e vaccini, dinosauri e teoria dell’evoluzione, scie chimiche, mappature genetiche, viaggi nello spazio, alieni, eventi climatici, 5G, nanotecnologie, ibridazione umana e replicanti.

- Religiosi: tra i più affascinanti e fantasiosi, i complotti di tipo religioso racchiudono tutto il panorama delle congiure riguardanti la sfera del misticismo. In questa categoria possiamo trovare, ad esempio: satanismo nei media e nella politica, ebrei: i grandi burattinai, il Papa non è il vero Papa, comunicazione con gli spiriti, le anime urlanti dei feti.

- Storici: i complotti di tipo storico comprendono perlopiù le tesi negazioniste su eventi recenti quanto antichissimi; sono in genere funzionali a sostenere il “vi stanno mentendo” e fungono da argomento per le altre tipologie di complotto. Tra gli innumerevoli eventi storici negati o messi in dubbio troviamo: olocausto, 11 settembre, morte di Hitler, deriva dei continenti, guerra in Ucraina, guerra del Vietnam, guerre in genere, risultati elettorali, caso Watergate, assassinio di JFK, allunaggio, scoperta dell’America, battaglia di Annibale.

- Economici: analogamente a quelli scientifici, i complotti economici hanno una miriade di sottoinsiemi specifici ma accomunati dal trasversale inganno dell’economia moderna, che il C.E. rifiuta in blocco. Tra tutti i sottoinsiemi ricordiamo: riduzione del contante, moneta elettronica, economia globale, oscillazioni di borsa, adozione dell’Euro, banche ebree, finanziamenti internazionali sospetti, criptovalute.

- Società segrete: i complotti sulle società segrete sono tra i più alti in grado, riguardano le élite che governano il mondo e alle quali sono riconducibili la maggior parte dei complotti di grado inferiore. Segue un brevissimo compendio di alcune società segrete: massoneria, famiglia Rothschild, NWO, Illuminati, Priorato di Sion, Gruppo Bilderberg, Chatam House, Pilgrims Society.

- Ancestrali: questa categoria si fonda su antiche mitologie, saggezza degli avi, creature bibilche e remote profezie di sventura; l’ovvio fascino favolesco e l’abilità narrativa di Dan Brown ne favoriscono la diffusione. Possiamo annoverare in questa categoria: le verità di Nostradamus, le piramidi: il grande inganno, i Maya e la loro saggezza, l’esistenza dei giganti, Giovanna D’Arco: la prima “risvegliata”, il polo sud: portale verso altri mondi.

- Thriller: quella dei thriller non è una vera e propria categoria, ma una sorta di raggruppamento trasversale dei complotti di altre categorie nelle declinazioni più cruente e splatter. A titolo esemplificativo citiamo: attivazione esplosiva dei chip impiantati, morti cruente e sospette, feti abortiti nel cibo, grande reset: cadono come mosche.

- Ad Personam: una categoria che nel tempo si è ingrandita ed è perciò degna di nota è quella dei complotti riguardanti singoli individui, siano essi fautori di complotti o coraggiosi risvegliati messi a tacere con loschi mezzi. Tra tutti citiamo: Bill Gates, Soros, Trump, Putin, Montagnier, Epstein, Hillary Clinton, Barillari.

Rimane comunque evidente, al netto della classificazione semplificata qui riportata, che i discorsi del C.E. difficilmente rimangono all’interno di una sola categoria, ma si intersecano costantemente con tutte le altre dando vita a racconti pirotecnici.




Capitolo 8: Il linguaggio
Il linguaggio del C.E. è complesso e stratificato: la sua dialettica è un misto di terminologia scientifica, neologismi teoretici, citazionismo religioso e sequenze lessicali codificate, il cui risultato è più o meno criptico a seconda del livello gerarchico del singolo e della segretezza di ciò che sta per rivelare alle masse.
Tutto ciò fa sì che nonostante dall’esterno possa sembrare che tra simili si intendano alla perfezione, un’osservazione più attenta mostra come la diversa familiarità dei singoli con il lessico più o meno illuminato funga da naturale linea di demarcazione degli strati della piramide sociale, nonché da motivo di adorazione dei superiori da parte dei sottoposti e perciò da sedativo per eventuali ammutinamenti.
Piccola postilla: non è raro che leggendo messaggi di un C.E. – sia esso alto in grado o semplice cadetto – si possa incappare in quelli che appaiono a tutti gli effetti errori ortografici e sintattici, ma gli studiosi sono tuttora incerti se considerare questa pratica diffusa come semplice distrazione o se dietro questi apparenti strafalcioni si nascondano delle prassi comunicative di cui siamo all’oscuro.


Capitolo 9: Matrix
Come ogni altro tipo di evangelizzazione, anche quella portata avanti dal C.E. si basa su assunti fondamentali e sacre scritture. Coinvolgendo nella propria narrazione aspetti di svariate altre credenze più o meno teologiche, le scritture di riferimento del C.E. sono moltissime, ma le più utili per il proselitismo sono quelle che i “non risvegliati” già conoscono sotto altra forma.
Nei discorsi alle masse del C.E. è infatti molto diffuso trovare riferimenti nazional-popolari quali film e serie TV, che nella visione del C.E. non sono opere di fantasia bensì documentari. Una delle saghe più citate è Matrix, che secondo il soggetto rappresenta alla perfezione il “mondo reale” di cui solo i risvegliati riescono a vedere la falsità. Matrix è la sintesi del “niente è come sembra” e gli esemplari della specie, novelli Morpheus, lanciano segnali e fanno domande affinché tutti i Neo del mondo si risveglino e si accorgano di non aver mai visto il vero sole.



Capitolo 11: Il rapporto con la morte
Il C.E. ha un rapporto con la morte particolarmente bipolare; è infatti capace di struggersi e urlare vendetta per la morte di un ex premio Nobel rimbambito di 90 anni, e allo stesso tempo di gioire per la morte di un giornalista “schiavo del sistema”.
Al netto di piccole variazioni soggettive, però, si può dire che l’apparente feticismo della morte è in realtà uno strumento evangelico che il soggetto sfrutta maggiormente in quanto estremamente comodo da utilizzare: con una brevissima ricerca su Google gli esemplari della specie possono pubblicare ossessivamente notizie di gente vittima di malori, malattie congenite, tumori aggressivi o semplici incidenti stradali e scrivere cose come “il solito malore improvviso”, “e voi ancora ci credete?”, “cominciano a cadere” e altre citazioni dalla discografia inedita di Povia, o in alcuni casi senza aggiungere nulla e affidarsi ai sottintesi.



Capitolo 12: Il COVID dalle mille profezie
Sebbene il C.E. sia una sorta di jukebox dei complotti che sa di tutto un po’, negli ultimi anni l’argomento che ha catalizzato l’attenzione della specie – e che ne ha fatto crescere consistentemente la popolazione – è stato senza ombra di dubbio il COVID, seguito a ruota da relativi vaccini e provvedimenti politici di varia natura.
Si intuisce facilmente come, per una specie la cui intera esistenza dipende da avvenimenti tragici e catastrofi mondiali, un virus di provenienza esotica che causa una pandemia improvvisa e costringe i governi di tutto il mondo a quarantene, protocolli di emergenza, provvedimenti anti-affollamento e vaccinazioni di massa sia sostanzialmente la tempesta perfetta; l’El Dorado dell’evangelizzazione complottista.
Se i dubbi sull’esplosione della pandemia e sulla successiva scoperta dei vaccini sono stati la facile esca da lanciare a gente spaventata e particolarmente influenzabile, l’analisi in tempo reale dell’evoluzione delle teorie a riguardo ha messo in luce una caratteristica precipua del soggetto: di fronte ad un nuovo complotto il C.E. si lancia a testa bassa e pronuncia profezie con la sicurezza con cui Giucas Casella dice “quando te lo dico io”; quando però le suddette profezie non si compiono, il soggetto si ritrova a dover profetizzare dead line continuamente posticipate senza mai retrocedere.
Il risultato – particolarmente evidente e ridicolo – è che, mentre il mondo va avanti e si riassesta una volta superato l’ostacolo grosso, il C.E. resta come bloccato nel tempo e insiste a profetizzare eventi funesti come un hipster che giura che tornerà il VHS.



Capitolo 13: Satana
Come già accennato, i diversi complotti che il C.E. denuncia possono differenziarsi per tematica, livello di astrazione, tempistica o origine geografica, ma la natura stessa del complottista lo obbliga a considerare che – siccome nulla accade mai per caso – ci siano fili che connettono tutti i grandi complotti universali.
Da tutto ciò deriva quindi l’assoluta certezza – nella visione di ogni esemplare della specie – dell’esistenza in entità superiori che agiscono in maniera a noi impercettibile. E se esiste un’entità benigna maxima variabile in base alle credenze religiose locali, l’equivalente entità maligna è trasversalmente riconosciuta in Satana: chiunque porti avanti piani segreti e complotti di varia natura, qualsiasi siano i guadagni e gli interessi terreni, è in realtà un servitore del demonio.
In sostanza, nella visione del C.E. Satana è una sorta di Keyser Söze degli inferi: tutti possono star lavorando per lui, anche quelli che non se ne rendono conto. Che si tratti di cantanti metal, politici, frati missionari in Congo, croupier a Montecarlo o baristi che sbagliano dosi per lo Spritz, il C.E. sa individuare i segni distintivi dei devoti di Lucifero, e li segnala prontamente ai suoi simili per avvertirli del pericolo.







Capitolo 14: Il paradosso del dubbio
Le interazioni comunicative del C.E. si dividono in 2 grandi tronconi: le comunicazioni interne, che seguono le logiche della specie analizzate fin qui, e le comunicazioni esterne, che devono necessariamente rispettare altri canoni, per quanto spesso il soggetto utilizzi “modalità interne” con l’esterno come risposta ad argomenti particolarmente solidi o come semplice diversivo.
Se da un lato la comunicazione con i propri simili può essere più sciolta e basata su postulati condivisi, la sua missione evangelica impone al C.E. di rapportarsi con il mondo esterno adeguando – seppur di poco – le proprie frasi indirizzate agli “altri”. È chiaro perfino ad una mente ottenebrata come quella del C.E. che, se l’obiettivo è quello di fare proselitismo, il semplice insulto ai non risvegliati non basta; il soggetto deve trasmettere curiosità e interesse, ed è qui che entra in gioco il concetto di dubbio.
Il soggetto dichiarerà quindi apertamente – nel goffo tentativo di mostrare sinapsi attive e avvalendosi di citazioni celebri che non sa cogliere – di dubitare di tutto, per sottolineare che dubitare sia sintomo di intelligenza e di conseguenza lo siano i suoi dubbi, a prescindere da quali siano. Il problema (forse è più appropriato definirlo paradosso) è che quelli che il C.E. chiama erroneamente dubbi sono in realtà sospetti. Al di là della differenza lessicale, è il pregiudizio di partenza riguardo al mondo esterno che determina i sospetti del soggetto e perciò, quand’anche uno di questi sospetti si rivelasse legittimo, il C.E. non potrebbe vantarlo come prova di brillante intelletto; perché se dubitare è sintomo di intelligenza, dubitare di ogni cosa è sintomo di ignoranza, ma tutto questo Improta non lo sa.

Capitolo 15: Discutere con il Complottista Evangelico
Approcciarsi al dialogo con un esemplare di C.E. significa mettere in conto l’altissima probabilità di ritrovarsi in luoghi della mente che forse solo Christopher Nolan saprebbe immaginare; luoghi in cui tutto si fonde senza soluzione di continuità, il tempo e lo spazio perdono significato e anche le più semplici regole del mondo sono soltanto un vago ricordo. Conviene quindi tenere sempre a mente che – come per il peyote – è un viaggio dal quale potreste non tornare.
Anche se fatto con le dovute precauzioni, intavolare una discussione costruttiva con un soggetto della specie è un’attività quasi del tutto infruttuosa, in quanto il C.E. ha la tendenza a reagire in maniera scomposta a qualsiasi tentativo di inserimento della logica all’interno dei propri ragionamenti; di fronte ad argomentazioni solide, il soggetto potrebbe fuggire sparando vaghi insulti, ma anche accanirsi particolarmente e tormentare il proprio interlocutore per giorni.
Per questa ragione, a meno che il C.E. in questione sia un nuovo adepto ancora in possesso di reminescenze del sussidiario di seconda elementare, si consiglia l’approccio ricreativo, foriero invece di grasse risate e risposte strampalate virtualmente infinite. Il C.E. non percepirà la differenza – avendo sostituito il senso dell’umorismo con la bile – ma senza velleità di discussione con esseri senzienti potrete godere del lato comico di risposte piccate e insulti che altrimenti avrebbero una valenza negativa.




Capitolo 16: Mio cuggino
Il C.E. non si limita a raccontare le verità nascoste dai poteri forti così come sono; per poterle rendere appetibili alla propria platea deve condirle con racconti documentati che fungano da prova a sostegno delle proprie tesi. Non essendo però avvezzo alla statistica – che secondo il soggetto è uno strumento del male – è costretto ad utilizzare l’aneddotica personale.
Negli anni, e in particolare negli ultimi 4, abbiamo potuto appurare che il C.E. appartiene sempre a famiglie estremamente allargate, ha miriadi di amici e colleghi, e che ad ognuna di queste persone è capitato qualcosa che ha a che fare con il complotto che il soggetto vuole denunciare. Cosa trattenga tutta questa gente dal rinnegare un individuo che nella migliore delle ipotesi porta una sfiga atavica è un argomento oggetto di analisi da parte dei ricercatori e di Rocco Tanica, ma il risultato è che nei racconti, a volte strazianti, del C.E. compaiono cugini arrestati dal Mossad, amici scomparsi durante una tempesta elettrica, vicini di casa morti tra le più atroci sofferenze e cani in grado di prevedere le inondazioni.
Inutile dire che dei cugini morti di vaccino, di genitori e nonni intubati a cui hanno fatto esplodere le vene, del tremendo aumento di casi di aborto post-natale e dell’avvelenamento degli acquedotti da cui salvarsi avvolgendo il rubinetto nella stagnola nessuno ne parli sui media mainstream; se escludiamo le canzoni di Elio e Le Storie Tese, ovviamente.






Capitolo 17: Politicanti e troll
Come i risultati elettorali di mezzo mondo hanno ampiamente dimostrato, solleticare sui social il disagio di queste specie indifese porta voti. Per questa ragione, ormai da tempo immemore, i profili social di diversi politici calcano la mano sui temi cari al C.E. che – incredulo di aver trovato rappresentanti nell’amministrazione – assurge immediatamente quel dato politico e verosimilmente il suo partito a avanguardia rivoluzionaria per ribaltare il sistema.
Va detto che in alcuni casi gli stessi politicanti credono fermamente nelle teorie strampalate dei complottisti, mentre in altri si adeguano semplicemente alla narrazione che più conviene loro – chissà se turandosi il naso o meno – pur di rosicchiare consensi. Il punto è che il livello di delirio raggiunto sui social è ormai talmente alto che distinguere un politicante scemo da un troll con intenti elettorali è pressoché impossibile.
Per le altre specie la distinzione sarebbe pressoché inutile e riducibile a “politico da non votare”, ma per il C.E. rappresenta un pericolo non indifferente; non è raro, infatti, che un personaggio politico precedentemente osannato venga preso di mira a suon di “traditore!”, “venduto!” e altri titoli che lo stesso C.E. dimenticherà prontamente di aver pronunciato qualora il politico in questione dovesse fare una dichiarazione utile alla causa complottista.




Capitolo 18: Considerazioni Finali
Come abbiamo visto, il Complottista Evangelico è una specie che nonostante la pedanteria e la tendenza all’aggressività verbale suscita molto interesse, e i suoi esemplari sono creature semplici che si percepiscono come complesse, in un misto di distorsione della realtà e convinzione di essere gli Eletti di una missione non ben definita. Potremmo identificarli come una grande setta, ma forse sarebbe sbagliato: seppur condividendo molte pratiche con i gruppi settari, il Complottista Evangelico ha bisogno che il mondo esterno continui a esistere. Le profezie sul Grande Reset e la successiva terra da ripopolare nascondono in realtà la speranza che ciò non accada mai: se restassero in vita soltanto i “risvegliati” non avrebbero più nessuno di cui non fidarsi, e ciò significherebbe l’estinzione della specie.
Detto ciò, se siete arrivati fin qui mantenendo tutte le vostre facoltà mentali lasciate che vi faccia i miei complimenti. Sembra facile e divertente approfondire gli aspetti peculiari di una specie così affascinante, ma il rischio di cadere nella trappola è sempre presente. Gli ultimi anni ci hanno dimostrato quanto chiunque possa finire nelle grinfie del complottismo, e chiunque di noi dall’inizio della pandemia ad oggi ha scoperto vene complottiste in persone a sé vicine, a volte addirittura insospettabili. D’altra parte bisogna ammettere che le teorie del complotto sono conturbanti come un libro giallo: si avvalgono di piccole e mezze verità, fanno leva su situazioni di esasperazione o paura e per far scattare la molla basta pochissimo; senza accorgerci potremmo ritrovarci tutti una notte a parlare con la pompa del distributore urlando “che cazzo te ne frega se faccio benzina o diesel?”.
Per questo il consiglio finale a chiunque ci si approcci, che sia per diletto o nella vana speranza di farli tornare alla ragione, è quello di tenere le redini ben salde e non farsi disarcionare.
Le Fenomenologie Illustrate torneranno prossimamente con una nuova (e spero meno estenuante) specie. Prima di salutarvi lasciatemi ringraziare ancora una volta @LaBombetta76 per il preziosissimo contributo, senza il quale la ricerca di illustrazioni mi avrebbe portato così a fondo nella tana del bianconiglio da non riuscire più ad emergere.
Come sempre, chiunque voglia segnalare esemplari interessanti, cimentarsi nella redazione di una fenomenologia o anche coprirmi di insulti può farlo ai contatti presenti nella pagina dedicata.
Alla prossima, e state lontani dalla galera.






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